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IL BENESSERE DELL’ALLEVATORE A CONFRONTO CON IL BENESSERE DELLA MANDRIA

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Venerdì 22 gennaio 2016 presso la filiale di Capralba il Consorzio Agrario di Cremona ha organizzato un incontro presieduto dal dott. Luigi Bertocchi sul tema del benessere animale.
La sostenibilità di un’azienda agricola è la risultante dell’unione di diverse tipologie di sostenibilità. La sostenibilità economica sia per l’allevatore sia per la filiera, ambientale come responsabilità sociale verso la tutela dell’ambiente, etica cioè quella legata più propriamente al benessere animale e sanitaria, una responsabilità legale verso la sicurezza alimentare.
L’allevamento sostenibile dal punto di vista ambientale è quello che adopera le minori risorse per ottenere una massima produzione con l’intento di ridurre in modo significativo l’impatto ambientale.

Il benessere animale è la sinergia di diversi fattori come per esempio la tipologia delle strutture stabulative e le zone di riposo, gli spazi a disposizione dell’animale in base alla densità dei capi presenti e la modalità di trasporto. Non sono solo gli spazi, la pulizia o il trattamento dell’animale a determinare il suo benessere, oggigiorno è necessario considerare anche altri elementi come per esempio la riduzione della somministrazione degli antibiotici o la qualità e la quantità dell’acqua somministrata ai capi presenti in allevamento.
Il benessere animale è un carattere a cui dare sempre più importanza dal momento in cui, non è solo la comunità europea a richiederlo attraverso le normative, ma anche il consumatore finale. Per il consumatore, il benessere animale è sinonimo di qualità alimentare prodotta in modo etico.
Il benessere animale è richiesto anche dall’economia aziendale perché consentirà al produttore di ottimizzare le performance produttive. Allevamento “sostenibile” diventa sinonimo di allevamento “efficiente” dove con efficienza s’intende: alta produzione per capo, elevato numero medio di lattazioni e primipare che arrivano velocemente al parto.

Efficienza che deve sempre e comunque garantire il benessere animale e quindi rispettare le sue esigenze psicofisiche; infatti il benessere è dato dalla capacità di adattamento dell’animale all’ambiente circostante.
Un esempio fatto dal dott. Bertocchi che potrebbe risultare banale ma molto significativo è che se dovessimo trasferire una vacca abituata all’alpeggio in un allevamento intensivo non si troverebbe nel suo habitat naturale pertanto sarebbe in una condizione psicofisica di stress. E viceversa, se trasferissimo una vacca abituata ad un allevamento intensivo in alpeggio, questa non sarebbe in una situazione di benessere.
Il benessere per essere comunicato al consumatore finale deve essere misurato. Per far ciò il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale ha proposto una metodologia specifica che prevede il veterinario come persona specializzata per la valutazione del benessere all’interno di un allevamento. Il veterinario attraverso analisi e misurazioni procede con delle valutazioni sul rischio e sulle conseguenze del rischio assegnando dei punteggi. Successivamente, i dati raccolti dal veterinario sono elaborati attraverso un algoritmo sviluppato dal CReNBA e verrà emesso un certificato sul quale vengono riportate in modo dettagliato le seguenti aree d’interesse:

  • management aziendale e personale
  • strutture ed attrezzature
  • animal based measures

 

Queste tre rappresentano il valore complessivo del benessere animale. Il certificato comprende anche altre due specifiche: la “biosicurezza” e i “grandi rischi e i sistemi d’allarme”.
In sede europea l’attenzione verso il benessere animale è molto elevata in quanto cresce in modo consistente e veloce l’attenzione dei cittadini.
Negli anni il consumatore è passato da considerare la qualità dei prodotti alimentari a livello sanitario ad una qualità etica, dove si pone attenzione non solo alla salubrità dei prodotti ma anche agli animali dai quali provengono.

Pertanto la qualità etica deve essere comunicata al consumatore con una strategia di marketing facendo riferimento ad un prodotto che rispetti le condizioni etiche dell’animale, valutate attraverso analisi scientifiche ed oggettive.
Il benessere animale non può rimanere come elemento astratto. Il consumatore dovrà riconoscere, attraverso un marchio, quel prodotto conforme alle norme europee che distingue l’allevamento da cui proviene. Etichettare un prodotto come proveniente da animali che hanno vissuto in buone condizioni di benessere, farà sempre più la differenza, soprattutto a livello commerciale, con un prezzo di vendita superiore.

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